Istruzioni per l'uso
Istruzioni per l'uso: ormai l'avrete capito, questo è un blog un po' fuori dal comune. L'intento è quello di divertirci con voi; come? Abbinando post scritti a 4 mani (ma la cosa carina è che non ci mettiamo d'accordo; una scrive quel che vuole, l'altra "risponde") a ricette prese dal web. Inserire piatti preparati da noi sarebbe troppo laborioso soprattutto perché entrambe vogliamo portare avanti anche i nostri blog personali. Per la stessa ragione non potremo venire a commentare da voi (per quello useremo ognuna il proprio blog "serio"), lo faremo qui, rispondendo a tutte, sempre e con doppia risposta. Se vorrete partecipare a dare un'anima in più a questo spazio, mandateci il link di una delle vostre ricette e poi... preparatevi perché ve le "faremo a pezzi". I post avranno cadenza settimanale ma crediamo potrà essere interessante seguire i vari botta-e-risposta nei commenti.
Infine: preparatevi perché avrete delle sorprese ed un blog tutto cliccabile!!!
lunedì 27 febbraio 2012
trallallì trallallà in cucina ben si sta
Eh sì, devo dirlo. Una delle mie più grandi soddisfazioni è chiudermi in cucina a canticchiare e sfornare cibarie. Cioè, mi correggo ed userò il condizionale: la mia soddisfazione sarebbe chiudermi in cucina per sfornare prelibatezze.
Sarebbe, perché da quando Tinny è entrata in questa casa la cosa s'è fatta molto ardua.
Io per creare ho bisogno di silenzi e concentrazione... per poi, invece, dare fiato ai polmoni cantando a squarciagola una volta decise le miscele ed i dosaggi dei vari ingredienti. Chiamatela alchimia, vah.
Invece Tinny, che come ormai sapete bene una ne fa e mille ne pensa (per poi farle tutte e mille!), ci si mette d'impegno, ma proprio tanto, per disturbarmi con i suoi soliloqui ed i colpi d'ingegno. Bisogna sempre controllarla, neanche fosse una bambina. Sì, vabbé, in parte sta cosa me la sono voluta...
Fatto sta che quando si precipita a rispondere al primo squillo di telefono, ho imparato a sospendere tutto quel che sto facendo per mettermi ad origliare e a captare, in base alle sue frasi mezze smozzicate chi mai possa esserci al di là del filo.
Insomma, la faccio breve.
Qualche settimana fa la sento scapicollarsi al trillo dell'aggeggio infernale (ma quanto lo odio, sto telefono...), mancava poco che inciampasse in tappeto e mobilia. Beh, sia come sia riesce ad arrivare tutta intera all'apparecchio e la sento rispondere:
"Eh? Che dice? Ma chi c...o vuole??? No... qui non c'è nessuna Sunta Riformetta... beh, senta se vuole fare lo spiritoso ora le passo Rosario!" e butta giù.
("Sunta Riformetta?" penso, e mi metto in preallarme)
Passano trenta secondi che il telefono squilla nuovamente:
"Ah, ma è sempre lei? Ma allora! Guardi che telefono alla polizia per "spaltin" telefonico, sa?"
In effetti Tinny non ha molta dimestichezza con alcuni vocaboli... porto pazienza ma "apro" ancor più le orecchie.
"...no, guardi... no, proprio no! Non ci interessa né il caffè né il cioccolato, ne abbiamo fin troppo in casa, sia dell'uno che dell'altro..."
(caffè e cioccolato???)
"... ma sì, la Faustidda... sì sì, proprio lei, ma in ogni caso in questo momento è chiusa in cucina in "fase creativa", come lei chiama tutto sto gran sporcar pentole per partorire una misera tortina, e non vuole sentire NE-SSU-NO!" e butta giù.
Al terzo squillo di telefono anche la mia "squilla" interna è attivata e mi precipito a rispondere precedendo Tinny di un microsecondo.
E' la redazione di "Punta di forchetta" mensile culinario conosciuto a livello internazionale. Su quella rivista scrivono fior di chefs, veri Maestri della gastronomia e la Redazione... vuole proprio me!
Essì, vuole che prepari un paio di piatti APPOSITAMENTE per la loro prossima pubblicazione!!! Posso lasciarmi sfuggire questa opportunità???
Mi metto subito all'opera e sforno, a tempo record, due piattini da far resuscitare.
I popovers e ...
Ohhhh, finalmente è uscita da quella stramalddddtttttssss cucina! Non ne potevo più!!
Oltre a cantare...e non proprio bene, ne?? un' agghiacciante ritornello, la mia fame era incontrollabile.
anche perchè, ammettiamolo, il profumino che usciva da lì era un signor profumino!
Così, finalmente esce in giardino con la macchina fotografica ed io mi fiondo in cucina.
Cosa avrà mai preparato??
L'occhio mi cade sul tavolo...cos'è quel piattino colorato fumanteeee??? Delle balette profumate con dei bellissimi fiorellini azzurri...
Mi viene l'acquolina, agguanto la forchetta ed assaggio...
Mmmmmmmm, ma quanto sono buoni??? Caldi, ma non ustionanti che ti si appiccicano al palato e vedi Gesù Bambino che ti porge un bel bicchierone d'acqua, quel caldo perfetto, che ti scalda il cuore...
Spazzolati.
Okkei, ho ancora fame...ma prima un bel gottino di vino...
L'occhio mi cade su un piatto coperto da un lino, lo alzo...un pane, un pane appena sfornato, ancora caldo, croccante, profumato...
Ommiodddio....sono quasi commossa...
si, diciamocelo, la Faustidda non è una personcina facile, ha il suo caratterino, ma in cucina non la batte davvero nessuna.
lo sapete che l'ha cercata una rivista di Alta Cucina??
All'inizio pensavo che fosse uno scherzo della Signorina Rosario, ma pare di no, che sia tutto vero...guarda un po'.
Comunque mi taglio una bella fettozza di pane e ci infilo un bel pezzotto di formaggio col prosciutto.
Direi che son sazia...dopo tanto digiuno me la sono proprio meritata un'abbuffata del genere...
Ma manca il dolce....eccole lì, quelle frittellozze strane col cappello ripiene di cosa??
Sembrerebbero delle cacch...no, no, son uvette e nocciolidde....sqiusiterrimeeee con la pannaaaa!
Pazienza se starò male, non riesco a smettere.
Okkei, l'ultimo gocciolino di panna...lecco anche il piatto tanto non mi vede nessuno.
Mi pulisco le labbra col tovagliolino di carta ed apro col piede il bidoncino della rumenta...
Mi cade l'occhio ed aggrotto le sopraciglia...ma che cacchio sono??
Prendo il sacchetto e lo rovescio sul pavimento.
Ma cosa sono tutti questi contenitori di alluminiooo???
Leggo...
"Gli Gnocchi di Campo del Contadino che va a trovare Nonna Gina"....???!!!!
Scaldare nel forno a microonde per cinque minuti dopo aver aggiunto un bicchiere d'acqua.
"La Pagnotta Gommosetta che se la scaldi rimane fresca per settimane"...???!!!
Riscaldare nel forno a microonde senza levare l'involucro di plastica ed attendere che si accartocci intorno al prodotto. Avere l'accortezza di levare il suddetto involucro proteggendosi con guanti resistenti al calore onde evitare ustioni di terzo grado agli arti superiori.
Ma che cosa significa??
Un bluff?? E' tutto un bluff?? La Faustidda bara?? Non ci posso credere!
Cerco ancora; confezione di popovers surgelati...panna in bomboletta spray "Se la conservi fuori dal frigo la puoi usare per i graffiti".
Inizio a ridere come una pazza.
"Cosa stai facendo??" la voce della Faustidda alle mie spalle mi fa sussultare.
Infilo di corsa nel sacco nero tutte le "armi del delitto".
"Ho...ho mangiato quello che hai cucinato...davvero squisito."
Lei mi scruta con le mani sui fianchi.
"Certo che è squisito, ho preparato tutto come va fatto."
"Altrochè...davvero brava...ho divorato tutto, mi dispiace!"
Alzata di spalle.
"Non fa niente...posso sempre... rifarli..."
"Ora vado a far due passi, tanto per digerire..." dico uscendo dalla cucina.
Agguanto il telefono...ultima chiamata ricevuta...
"Prontoooo, vorrei parlare con la redazione di Sunta Riformetta!! E' una questione di vita o di morte...COME NON ESISTE!! Ma se avete chiamato venti volte fracassandomi le balle per giorni....Sunta Riformetta!!...Prontooo??? Prontooo???"
la foto è la nostra...
per gli gnocchettiddi: ma insomma, su, bisogna pure che vi insegniamo a fare dei banali gnocchettiddi???
lunedì 20 febbraio 2012
Ma starà male???
Allora, non voglio sempre, sottolineo sempre, essere la solita, ma non ne posso più.
Non so che cosa sia successo in questi giorni, ma la Faustidda, è cambiata...
Ha passato giornate al computer, a fissare lo schermo con sguardo catatonico...un ictus? Vabbè, capita.
Poi una mattina, improvvisamente, ha urlato. Quell'urlo stile "Mi hai fatto perdere 5 anni di vita, ma cosa te ne frega, tanto mica è la tua, no??"
La Signorina Rosario che, incredibilmente, ispirata non so da quale santo, proprio quella mattina, aveva deciso di spolverare un po' qui ed un po' lì, è fuggita in giardino terrorizzata sostenendo che la Signorina Faustidda fosse posseduta da non so che czz di spirito maligno.
"E' strana, signorina Tinny, è strana! Non vede lo sguardo??? E' imposessata, signorina Tinny! Bisogna starle lontane e bruciare semi di canapa indiana per scacciarlo!!"
"Semi di canapa indianaaaa??? Ma che li bruci, fumiamoceli semai, ah Rosario, tutti 'sti sprechi, insomma!"
Poi, per due giorni, il silenzio.
Si aggirava per casa, braccia dietro la schiena, sguardo basso e pensieroso intervallato da qualche saltino con battito di mani...ballo di San Vito?? Mah...
Rosario la seguiva da lontano, evitandola come un'appestata.
Ma a cosa penserà??
Ma starà male??
Non è che la convivenza con Faustidda sia stata mai facile o piacevole, ma, prima o poi, ti affezioni, no? Impari a voler bene...ti adatti a certe situazioni, non proprio rosee, no??
Due giorni dopo faccio per entrare in cucina e la porta è chiusa a chiave.
Al di là rumore di pentole, sportelli che sbattono...
Rosario, seduta in fondo alle scale, in lacrime si tappa le orecchie e scuote la testa ripetutamente.
Spalanco la bocca.
"Ma cosa diavolo sta facendo??"
"E' dall'alba che è chiusa lì dentro miss Tinny...non mi fa entrare!"
"Ma io ho fame, voglio far colazione...ma stiamo scherzando?? Figurati se non ci deve far entrare!!" busso con forza alla porta.
"VAI VIAAAAA!!!! Non voglio essere disturbata, VAI VIAAAAA!!!!!" urla come una forsennata lanciando qualcosa contro la porta.
Rosario si chiude in camera recitando preghiere.
Io sono esterrefatta...ed anche un po' spaventata, lo ammetto.
Mi sembra il classico film dell'orrore quando, improvvisamente, una persona di famiglia, impossessata dal Demonio, si mette a mietere vittime, tra schizzi di sangue ed urla...ommioddio...
Poi, una sera, la porta della cucina è aperta.
Dentro tutto perfettamente in ordine, nessun segno, nessuna scritta strana in lingue antiche sui muri.
Vado in salotto...
Lei è lì.
Seduta al tavolo davanti al suo computer.
E' li, con uno strano sorriso sulle labbra.
E mi fissa...
Continua a sorridermi e fissarmi...
Salgo di corsa le scale ...
...
ROSARIOOOOOOOOO!!!!!!
E allora!!! Non si può mai stare un po' in pace in questa casa??? Cos'avrà da urlare come un'ossessa, la Tinny; è sola in casa, se non contiamo me! Con chi urla, cosa vuole!
Ho bisogno del mio tempo io! Ed anche dei miei spazi. Vuole entrare in cucina? Faccia pure, a suo rischio e pericolo. Anzi, no! In cucina non-ci-voglio-nessuno! Sto pensando!
Sto meditando...
sto creando...
sto manipolando...
sto cucinando!
Il seguito alla prossima puntata...
lunedì 13 febbraio 2012
San Valentino o San Faustino???
Stavo tranquillamente bevendomi la mia bella tazzottona di caffè latte quando la Signorina Rosario, si fionda in cucina.
"Signorina Tinny, Signorina Tinnyyyyy!!!" urla.
Il caffè latte mi va di traverso ed inizio a tossire come una pazza. Rosario mi dà una patta sulla schiena facendomi venire le vertigini ed il mal di testa.
"E cazzarolaaa!! Allora, e fai piano nooo???!!!!".
"Ommioddio, mi scusi Miss Tinny...mi scusi, ma non sto più nella pelle!"
La osservo: gote arrossate, respiro corto....mmmmm, non mi convince.
"Cosa "c'hai?"
Lei si mette le mani dietro alla schiena e gongola.
"Ecco...io avrei un appuntamento...per San Valentinooo!"
Spalanco la bocca.
"Un appuntamentoo, ma è fantastico Rosario!! E con chi??"
"Oh Miss Tinny è un ragazzo così galante, così educato, d'altri tempi...son così emozionata."
"Lo conosco??"
"Oh si che lo conosce è Juan!"
Corrugo la fronte "Juan??"
"Siiii, se lo ricorda?? Il venditore di libri porta a porta! E' passato qualche volta...ci siamo subito piaciuti..."
"Ma è lo stesso che ti ha fatto comprare l'Enciclopedia in 100 volumi di Arte, Scienze, Matematica, Letteratura Classica, Letteratura Moderna, Poesia Europea, Autori Greci, Autori Latini...?? Hai riempito una stanza di 'sti tomi Rosario!"
"Mi ha fatto un prezzaccio!!"
"Lo immagino...Rosario."
"Abbiamo iniziato a scriverci...ohhh, bellissime lettere, sempre più romantiche...e poi, finalmente, l'invito! Mi viene a prendere stasera." squittisce uscendo dalla cucina.
Mah....non so cosa pensare...
Fausta entra e mugugna.
"Hai finito il latte...tanto per cambiare!"
La osservo: pigiamone di flanella, vestagliona verde, capelli ricci arruffati, le ciabattone a forma di muso di gatto mi sembra quasi che mi fissino.
"Cosa fai per San Valentino Faustidda?" azzardo.
Lei mi fulmina "Probabilmente la stessa cosa che farai tu...Tinny!"
Mi fermo a riflettere un secondo su alcune coincidenze...
I nomi ad esempio, eh?
San Valentino, la festa degli innamorati...San Faustino, la festa dei single, per scelta e non per forza...così dicono loro...
"Hai qualche appuntamento Faustina???" le chiedo sghignazzando prima di essere colpita dalla caffettiera bollente...
Faustina??? Ma da quando in qua Tinny mi chiama così? Deve avere in mente qualcosa di diabolico la ragazza, già... l'ho pure trovata che parlava da sola (devo nuovamente dire che la cosa mi preoccupa alquanto?).
Ed il "diabolico" non s'è fatto attendere; con quella sua arietta da innocentina mi spiega subito che San Faustino è la festa dei singles. Ma per scelta, eh?
Ora, io non è che ce l'abbia con i singles, sia chiaro, ma su, anche strombazzare ai quattro venti che si è tali per scelta questa mi sembra davvero grossa. Ma per scelta di chi?!? Non certo la loro, caso mai dell'eventuale partner, che sceglie, appunto, che una storia con te non la vuole proprio avere. Vogliamo immaginare un'ipotetica situazione? Sei un ragazzo sulla crescita, ancora bello brufoloso e con gi ormoni in movimento, ti si avvicina sinuosamente una sventolona alla Jessika Rabbit, tu che fai? "No, guarda, proprio non posso, sono single per scelta!" Ma su, dai, ma non ci crede nessuno!
Naturalmente la cosa può essere ribaltata in chiave femminile.
Detto questo, avrei un altro appunto: ma sta festa chi se l'è inventata? Lo stesso sordido soggetto che ha inventato il san Valentino? No, perché se così fosse a quello lì ci sarebbe solo da metterlo alla pubblica berlina, che se lo meriterebbe. Inventare la festa degli innamorati, e vabbè, passi (sia messo agli atti che comunque la cosa non mi trova d'accordo), ma anche, per così dire, la sua antitesi (quella dei non-innamorati, appunto) mi sembra davvero troppo. Uno scherzetto da cerchiobottista, se mi si passa l'espressione. Oppure, per spiegare meglio, uno che ama tenere i piedi in due scarpe e con le sue festicciole, fresche fresche, appena istituite, crede di fare bingo.
E Tinny???
E a Tinny, con il suo bel sorrisino ironico stampato su quel bel visino mentre mi lancia la frecciatina verbale, non posso far altro che tirarle addosso il mio bel caffé appena fatto...
Ma tant'è la/e festa/e è/sono ormai in uso ed allora adeguiamoci.
E mentre stiamo per spedire il sudato premio a Stefania (arriva eh? non ti preoccupare; poi facci sapere se ti è piaciuto!) vogliamo augurare:
un buon san Valentino a tutti!!!
eh... sì, vabbé, anche un buon san Faustino...
In una delle due categorie rientrerete, no?
Biscotti a cuore con bastoncino
pasta frolla: 1 dose
glassa: qb
coloranti alimentari: a piacere
Stendete la pasta frolla e poi con gli appositi stampi ricavate tanti cuoricini, infilzate la base con uno stecchino dei gelati oppure con uno stecchino di legno lungo (quelli degli spiedini vanno bene) che poi dovete foderare con l’alluminio. Mettete questi biscotti su una teglia coperta con la carta da forno e cuoceteli in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti circa.
Togliete i biscotti dal forno e fateli raffreddare. Nel frattempo preparate la glassa, suddividetela in varie ciotoline e poi in ognuna mettete il colorante che volete, mescolate bene fino ad avere la nuanches scelta.
Per decorare i biscotti dovete fare uno strato con un colore, ad esempio bianco o rosa, poi fate asciugare completamente e procedete con le altre decorazioni, sempre facendoli asciugare prima di mettere altri colori.
mercoledì 8 febbraio 2012
the winner is...
e the winner is...
Stefania!!!
Complimenti alla vincitrice, che siamo sicuri, sapeva già di essere tale!
Complimenti vivissimi anche a tutte le altre che hanno voluto partecipare al nostro giveaway.
Brave ragazze e grazie!
Ed eccovi la classifica completa:
Al primo posto: Stefania con ben 74 commenti!
Al secondo: Carla, distanziata sì, ma non di molto. I suoi commenti sono stati 57!
Terzo posto: la nostra carissima Meris, che sarebbe ancor più carissima se saldasse i debiti. Anyway i suoi commenti ammontano a 15!
Al quarto, a parimerito e comunque entrambe in qualità di "non partecipanti" Tinny and Faustidda con i loro 11 commenti ciascuna!
Il quinto posto se l'aggiudica Un'arbanella di basilico con ben 3 commenti!
Il sesto posto va a Due bionde con 2 commenti!
L'ambitissima maglia nera a Ludo con 1 solo, preziosissimo commento!
Passiamo alla premiazione. Come vi avevamo detto si trattava di un tarocco, ma ci siamo sbagliate... un refuso, un errore di stampa; può capitare a tutti, no? Tireremo le orecchie al redattore capo, state tranquille. In realtà il nostro intento era quello di mettere in palio... un fico secco! Nell'accezione, questa volta, non letterale (che altrimenti dovremmo spedirvi un fico secco) ma figurata. In poche parole: niente, nisba, nada de nada...
No, dai, Stefania, non piangere... sniff sniff...
NO! Stavamo scherzando! Ebbene cara Stefy, hai vinto un tarocco! Nessun errore; quello era in palio e quello riceverai.
Dove lo riceverai? Dicci tu. In testa, su un piede??? Ritieniti libera di scegliere...
Vabbé, dai, dacci sto accidenti di indirizzo che cce tocca pure speditte sto premio.
Scrivici alla nostra casella di posta che trovi lassù in alto a sinistra. Non indugiare!!!
Scusa Faustidda, se mi permetto, ma 11 commenti sono tantissimi...non potremmo tenerceli noi questi bellissimi premieddi??
Tinny, a dir la verità non scuso affatto; vedi di non permetterti più. Il premieddo così bello s'ha da spedire alla vincitrice, la Stefy. Caso mai tu te ne compri un altro. Con i tuoi soldi, che io mi sono stufata di tirare fuori i mei per i disastri che combini.
Ma poi che cavolo te ne fai di un tarocco???
lunedì 6 febbraio 2012
giveaway chiuso!
Il clan di Pastina dichiara ufficialmente chiuso il suo giveaway. Grazie ragazze, siete state fenomenali! Commenti ed ancora commenti... ora toccherà alla giuria (ed indovinate un po' da chi è composta la giuria???) fare il proprio lavoro. La classifica ed il vincitore verranno resi noti tra qualche giorno... pazientate un po', anche se siamo assolutamente sicure che voi avete già fatto il conto!
Ed a proposito di conto e di ragazze fenomenali... MERIIIS, aspettiamo ancora il tuo bonifico! Facile neh? soggiornare a sbafo.
Ecco, qui sotto pubblichiamo la fattura, ad oggi non onorata, della sig.ra Meris per il soggiorno presso la nostra Residenza; ragazze, dite un po' voi se non siamo state oneste. Ci rimettiamo al vostro equo giudizio.
Capiamo anche che Meris possa avere delle esigenze, ma basta che lo dica e noi siamo dispostissime ad andarle incontro con una dilazione di pagamento; con interessi e mora, ovvio. Diciamo che un 10% alla settimana può andare bene. D'altra parte se uno le vacanze non se le può permettere, che non vada, no?
Ora, mentre la giuria arranca nella conta, non possiamo far altro che lasciarvi un raccontino con ricetta finale. Speriamo vi piaccia.
Da "Vite degli uomini illustri" di Achille Campanile
Volta e la patata (versione non intregrale. Noi di Pastina ammoniamo: attenzione a non cominciare con doppi sensi ed allusioni che, sicuramente, non erano nell'intenzione dell'autore)
Dalla storia:
"Tornando da un viaggio in Francia Alessandro Volta portò in Italia la patata".
Voi crederete che la patata si sia sempre trovata in Italia? Che bastasse andare al mercato e chiederne un chilo o due per vedervene empire la sporta? Vi sbagliate e della grossa.Prima del 1777 se uno in trattoria avesse ordinato una porzione di patate - ma che dico? mezza porzione, un quarto di porzione - il cameriere gli avrebbe fatto una risata in faccia.
"La patata?" gli avrebbe detto. "Ma signore non è ancora introdotta in Italia".
E sarebbe stata la pura e semplice verità. La patata stava in America ed è appunto al nuovo mondo che dobbiamo il dono di essa. Prima che in Italia era stata introdotta in altri Paesi d'Europa e a portarla tra noi fu Alessandro Volta.
Pensate. Il grande fisico comasco, non contento di averci dato la pila, ci diede anche -per così dire- un possibile contenuto di essa; usando qui la parola pila nell'accezione, comune in alcune regioni d'Italia, di pentola. Ed in questo senso bisogna dire che in un modo o nell'altro Alessandro Volta, con la pila e la patata, provvide a gran parte del fabbisogno delle cucine; e che, se doloroso sarebbe avere la pila senza la patata, ben più imbarazzante sarebbe avere la patata senza la pila.
Ora non bisogna credere ch'egli la portasse come si porterebbe adesso al mercato. Allora era una preziosa rarità. Bisognava portarla con tutti gli onori. Ma trasferiamoci a quei tempi e a quei luoghi per dare un'idea dell'evento.
Il giorno in cui Alessandro Volta, reduce dal giro fatto per incontrarsi con altri scienziati, doveva tornare dalla Francia, gran movimento in casa sua.
"Allegri ragazzi", diceva la signora Volta ai figli "oggi arriva papà".
I ragazzi non stavano nella pelle per la gioia. Chi sa, pensavano, cosa ci porterà.
Anche la moglie, senza dirlo, sperava molto. aveva parlato al marito, prima che egli partisse per la Ville Lumière, di certe toilettes parigine, di cappellini, borsette, profumi. Qualcosa mi porterà, pensava. E pur senza farsi soverchie illusioni, perché conosceva la stramberia degli scienziati, in un piccolo regalino contava.
Gli andarono incontro alla stazione. Alla stazione delle diligenze, ben inteso, che il treno non esisteva ancora.
Eccolo!
Baci, abbracci, tutti si affollarono intorno al grande scienziato e, passate le prime espansioni: "Papà, che ci hai portato?"
"Una cosa, una cosa che non v'immaginate" faceva Volta in tono misterioso.
E ai marmocchi che l'avevan liberato delle valigie e dei pacchi "Ehi là," gridava "piano! C'è dentro..."
Ma voleva riserbar la sorpresa.
"A casa, a casa lo saprete" ripeteva con fare sornione ai ragazzi che friggevano per l'impazienza.
A casa, finalmente.
"Beh?" domandarono i ragazzi.
Volta apre con mille precauzioni il bagaglio.
"Ecco" esclama.
E tira fuori una patata, trionfalmente.
Seguì un penoso silenzio.
"Ma che è?" s'arrischiò a domandare il più grandicello tra i figlioli.
E Volta "La patata".
Silenzio glaciale.
"Ebbene?" fa Volta "E' questa l'accoglienza che fate a quel che ho portato?"
La moglie era rimasta non meno delusa dei figli.
"Ti sei sprecato," mormorò tra i denti "ti sei fatto male".
"Ma non capisci?" gridò Volta "che ancora la patata non è stata introdotta in Italia? E l'introduco io. E' un prezioso tubero".
"Ma và, và" mormora la moglie senz'affatto dividere l'entusiasmo dello scienziato.
I ragazzi allibiti, Alessandro Volta, con la patata in mano, lo sguardo scintillante, era pieno d'entusiasmo.
"Per ora" esclamò "la si da ai maiali, ma io spero di poter indurre anche gli uomini a mangiarla. Pensate, si può fare fritta..."
Ma non riusciva a galvanizzare i familiari. E il gelo diffuso dall'apparizione della patata tra i componenti della famiglia non accennava a dissiparsi.
La moglie, brava donna ma ignorante, mormorò tra i denti "Potevi portare anche qualche cipolla".
La donna di servizio, che era accorsa dalla cucina per vedere "i regali portati da Parigi", se ne tornò a rigovernare con una faccia spoetizzata. Intanto arrivavano in casa le amiche della signora Volta.
"Beh" domandavano "è tornato il professore? Che ha portato?"
E la signora, con imbarazzo "La patata"
"Ma è pazzo?"
La brava donna si stringeva nelle spalle. Gelo nel salottino. Sorrisetti ironici.
"Mio marito" disse una delle amiche "quando tornò da Parigi mi portò una pelliccia di visone".
La povera signora Volta all'idea della patata si sentiva morire.
Ma bisogna vedere quel che avvenne quando il grande fisico presentò la patata al mondo scientifico.
"Francamente" disse più d'uno "immaginavo di più". Anche perché sapevano che era roba che veniva dall'America.
Ma poi la patata finì per trionfare. In conclusione Volta riuscì a imporla.
Ora avvenne che, visto il successo, di Alessandro ed il rapido attecchire della patata sulle nostre mense, un collega geloso, un certo Andrea P., prese la diligenza per Parigi.
Vediamo, diceva tra sé, se non riesco anch'io a portar qualcosa di interessante. O davvero davvero si deve credere che soltanto lui è capace, che soltanto lui è all'altezza? A noi due Alessandro, Presto avrai mie nuove.
Arriva a Parigi e corre dai verdurieri e venditori d'ortaggi alle Halles. Lì c'erano montagne d'ogni ben di dio, in materia di prodotti ortofrutticoli, e il nostro uomo si sentì allargare il cuore.
"Che avete di buono?" domanda
E quelli "cipolle, piselli, carote..."
Andrea storse il naso "Roba vecchia, roba vecchia".
"Vi assicuro" fa l'erbivendolo un poco offeso "che è tutta roba freschissima, colta stamane".
"Ho capito, non voglio intendere questo" fa Andrea. "Dico che cipolle e piselli sono cose già note da noi. Io vorrei delle novità da portare in Italia".
"Allora" dice il verduriere "sarebbe più logico che vi rivolgeste a qualche negozio di mode".
Fin d'allora Parigi era rinomata per la moda.
Il cliente insisteva "No, no, voglio novità in campo ortofrutticolo. Qualcosa, insomma, che sia ignota fra noi".
"Non saprei" mormora l'erbivendolo perplesso "I cetriolini li conoscete?"
Il collega di Volta si gratta la zucca -la propria beninteso- sovrappensiero.
"Non lo so" mormora con imbarazzo.
Manda alla moglie a casa un messaggio cifrato urgente: X 22Z 40 - 78 - 13 -y -7 (fammi sapere se sono noti costà i cetriolini). E la moglie, a volta di corriere: K 7 61 - 0 - 3 (Ma diamine! Non ti ricordi? Te li feci l'anno scorso sottaceto!) Ed in calce un post scriptum: 5 (Oh, bada che anche i peperoni sono notissimi).
Il brav'uomo non sapeva che pesci pigliare.
L'erbivendolo cercava di spacciargli come novità i pomodori "Portate questi" insisteva "vedrete che successo. Roba mai vista. Ultima creazione di Parigi".
Ma all'ottimo Andrea la fisionomia dei pomodori non riusciva del tutto nuova. E poi si ricordava bene che erano stati importati dall'America alcuni secoli prima. Ormai scoprire i pomodori non sarebbe stata la scoperta dell'America. A spacciarli come novità c'era il caso d'esser preso proprio a pomodori.
Rape, zucchini, ne faceva scorpacciate da anni in casa. Purtroppo. I tartufi costavano troppo. Alla fine si decise per i ravanelli. Il verduriere voleva appioppargliene un mazzetto, ma Andrea si oppose "Basterà uno" disse.
Alessandro Volta aveva portato dalla Francia la patata. Lui avrebbe portato il ravanello.
Di nuovo traversata della Francia, Gran San Bernardo con la diligenza che viene su per la strada tortuosa sotto la bufera di neve.
Lui sempre con il ravanello gelosamente custodito in una cassetta d'acciaio a triplice chiusura. Arriva a casa e la moglie gli va incontro festosa.
"T'ho preparato una sorpresa" gli dice "una cosa che non t'avevo mai fatto mangiare"
"Cioè?"
"Un bel piatto di ravanelli"
Al povero Andrea mancò poco non venisse un accidente. Tirò fuori dallo scrignetto il ravanello che aveva portato e disse con tristezza:
"Mettici anche questo".
Patate gratinate con provola e prosciutto
Ricetta ed immagine sono stati presi QUI
Ingredienti:
1 kg di patate
1 confezione di besciamella pronta
200 grammi di prosciutto cotto
50 grammi di provola affumicata
sale
pepe
noce moscata
Esecuzione:
Lessare le patate, sbucciarle e tagliarle a fettine, tagliare a pezzetti la provola e il prosciutto. Imburrare una teglia da forno e formare un primo strato con le fettine di patate, ricoprire con uno strato di besciamella, pepe, sale, provola e prosciutto. Procedere con un altro strato di fettine di patate e ricoprire come prima con besciamella, sale, pepe, prosciutto e provola. Terminare con uno strato di patate ricoperto di sola besciamella. Cospargere le superficie di pane grattugiato e fiocchetti di burro. Infornare a 180° per 30 minuti circa.